Dato che mi manca un po' la sezione della psicologa, ho pensato di fare qui una sezione di chiacchiere su argomenti affini alla psicologia (sempre se la nostra amministratrice approva altrimenti mi sposto).
Ho trovato un argomento interessante sfogliando una rivista e ve lo voglio proporre. Il titolo è: fissarsi sui difetti:Perchè? (Da Glamour).
La psicologa Maria Castiglioni del Centro Metis Medicina e Memoria di Milano dice: La ragione? «Sta nella ricerca dcel copro perfetto a tutti i costi. Un modello di femminilità che molte donne interiorizzano e con cui tentano di confrontarsi».
«Molte volte, le donne che vedono solo i propri difetti hanno paura di affrontare i cambiamenti del corpo che celano quelli interiori», spiega Castiglioni. I complessi nascondono una certa fragilità: «Ci fissiamo su ciò che non ci piace se siamo insicure della nostra identità. La ricerca della perfezione esteriore può essere il tentativo di tamponare l'insicurezza interiore». Altre volte invece entra in gioco il rapporto con l'altro sesso: «Chi si sente imperfetta può vivere sentimenti di competizione con le altre donne. Tutte noi desideriamo diventare l'oggetto privilegiato del desiderio maschile e il difetto può diventare un ostacolo simbolico».
«In alcuni casi le piccole "fisse" risalgono a un conflitto avuto nel passato con la madre», dice Castiglioni. «Dietro l'adeguamento a certi stereotipi femminili di perfezione può esserci la mancanza di un modello materno di riferimento o il rifiuto del rapporto, di trascuratezza o di sofferenza, che la madre aveva con il proprio corpo».
«Chi si osserva con occhio dispotico rischia di perdere di vista la gran parte di sé che non è il difetto e di non accorgersi dell'aprezzamento e della stima degli altri», avverte l'esperta. «Un consiglio per cambiare rotta? Guardarsi con amore. Che vuol dire, innanzitutto, andare alla ricerca di desideri e inclinazioni interiori trascurate - musica, lettura, sport - e dedicargli energie. Più si riesce a distrarsi dal corpo, più si sarà in grado di rigenerare l'anima e rinsaldare così le radici profonde della propria identità».
A voi la parola ragazze/i...