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I miei comuni...

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2008 17:03
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Città: PEDASO
Età: 44
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24/05/2008 12:23
 
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Pedaso

Di origine romana, attestata da ritrovamenti archeologici nei pressi del fiume Aso, Pedaso si sviluppò nel medioevo intorno al proprio Castello, sulle pendici del colle prospicente il mare, fino a che, a partire dal XVIII secolo, i continui sfaldamenti geologici del sito causarono il graduale trasferimento dell'incasato verso l'area pianeggiante della costa.
Da sempre il mare costituisce una delle fonti principali di lavoro e ricchezza del paese, per le fiorenti attività, ittica e turistica: la Sagra delle Cozze è un appuntamento ormai d'obbligo nel calendario delle manifestazioni estive.
La particolare posizione di Pedaso, dominata dal Monte Serrone e dalla sua macchia mediterranea a sud e delimitato dalla foce del fiume Aso a nord, ha permesso la formazione di una splendida spiaggia di ghiaia, unica nelle Marche, dove il mare, subito profondo, è intervallato da scogli, luoghi ideali per lo sviluppo della flora e fauna marine.
Come in tutti i paesi medievali il centro storico è caratterrizzato da vicoli e viuzze con nomi suggestivi quali Vicolo del Pero e Vicolo dell'Uva, e da una piazzetta centrale in cui d'estate si svolgono mercatini d'antiquariato.

(finisco appena posso...qui è ora della pappa...)

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Età: 44
Sesso: Femminile
26/05/2008 16:17
 
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Scorci del centro storico

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26/05/2008 16:18
 
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26/05/2008 16:21
 
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lungomare dei cantautori

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Sesso: Femminile
26/05/2008 16:24
 
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26/05/2008 16:26
 
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chiesa

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26/05/2008 16:28
 
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Brevi Cenni Storici e Culturali

La città di Fermo, nel corso della sua lunga storia, ebbe autorità su molti Castelli che si trovavano sul suo territorio. Essi sorgevano su alture naturalmente fortificate e protetti da possenti mura munite di torri merlate per difesa e vedetta.
Il Castello di Pedaso sorgeva su un'altura la cui base era raggiunta dalle onde del mare che la battevano con particolare violenza, mentre l'abitato si estendeva fino a fronteggiare il mare.


L'altura, di carattere franoso, non resistette al logorio delle onde e crollò portandosi via parte dell'abitato superiore e la Chiesa, putroppo mietendo numerose vittime (fine 1600). Si trattò di una frana improvvisa ed imponente e i resti, che ancora oggi si scorgono affiorare dalle acque, ne sono una chiara testimonianza.
Le frane, anche se di entità minore, continuarono, fino al punto in cui, dopo più di un secolo gli abitanti del "Castello" pensarono bene di cominciare ad occupare la vasta distesa pianeggiante lasciata dalle acque che si ritiravano, abbandonando così un monte divenuto sempre più insicuro.
Si riedificò la Chiesa e la vita riprese il suo ritmo normale; si continuò perfino a lavorare la terra sul monte, dopo averla sistemata a terrazze, si riprese a tessere e pascolare pecore e capre..


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Sesso: Femminile
26/05/2008 16:29
 
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Costumi e Tradizioni

Il rito del pane
Il pane viene fatto una volta alla settimana, in quantità bastante per la propria famiglia.
Le "vergare" (massaie) di sera, dopo essersi recate al forno per "cummanà lu pà", fanno il primo impasto con la farina e con il lievito della massa del pane preparato la volta precedente. Sciolgono il lievito in acqua tiepida e vi aggiungono un pizzico di sale; lavorano brevemente l'impasto, lo pongono tra la farina setacciata, vi imprimono con le dita il Segno della Croce, e coprono il tutto con la tavola chiamata "spianatora".
Durante la notte avviene la prima "lievitatura".
Di buon mattino le massaie vengono destate dal fornaio, che si reca sotto le loro case e le invita, ad alta voce, a procedere al secondo impasto....
[...]
Poco prima dell'ora stabilita per "la 'nfurnata" la massa è divisa in tanti pezzi uguali e ad essi è data la forma di "picci" e di "pagnotte" che vengono adagiati su una tavola di legno e coperti da un panno di cotone e lana.



Il rito del vino
Una settimana prima della vendemmia tutti gli attrezzi di legno vengono ripetutamente bangati per chiuderne le aperture. Le botti sono raschiate e liberate dalla feccia, essicata e dall'odore greve, facendovi ardere, per un'intera notte, un po' di zolfo.
Una parte dell'uva raccolta viene scaricata nella pigiatrice di legno, dove i vinaroli cominciano a pigiare i grappoli con i piedi. Negli alti tini, a seguito della fermentazione, il liquido si purifica mandando in superficie ogni impurità che è raccolta con una "schiumarola" di rame.
Durante le operazioni di pigiatura, mentre dalle cantine si sprigiona l'odore acre del mosto che invade tutte le vie, si beve l' "acquaticciu", bevanda ottenuta con i raspi e i cocchi dell'uva ricoperti d'acqua e lasciati fermentare un'intera notte: è una bevanda dolce e frizzante che può essere gustata da tutti.
Il vino nuovo si assaggia per S. Martino, presso il focolare, consumandoci insieme castagne arrostite o lessate.
Il rito della tessitura
...moltissime sono le tessitrici, si può dire che ogni casa abbia un telaio. La tessitura è un lavoro quotidiano, che assorbe tutte le ore libere dagli altri impegni domestici; di sera, il lavoro si svolge a lume di candela o di lucerna ad olio, sul tessuto si dispongono artisticamente colori e figure.


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26/05/2008 16:30
 
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Alimenti Caratteristci ed Antiche Usanze

Lu Pa'
massa in forma di "picci e pagnotte" cotta nel forno a legna, ogni famiglia ne confezionava quanto necessario per una settimana

Li Frascarelli
massa durissima, ottenuta con acqua e farina, che si sminuzzava con la grattugia di ferro a larghi fori, si faceva bollire su "lu callarittu", quindi si versava su una tavola di legno e si condiva con sugo di pomodoro e pecorino

La Pulenta
farina di granoturco cotta con acqua e sale su "lu callarittu" di rame. Anch'essa era stesa su una tavola di legnoe condita con carne di maiale salata

Li Tajulì
pasta fatta in casa con farina e uova, tirata a pannella sottilissima con "lu stennatò". Si tagliava poi a listarelle più o meno grandi

Lu Fristingu
dolce natalizio confezionato con massa di pane fichi, noci e mandorle ben tritati. Il tutto impastato con olio, vino, vino cotto. L'impasto si metteva in teggie di rame, tenute al caldo, perchè lievitasse, prima di essere infornato.

La Cunserva
i pomodori maturi si tagliavano a metà e si mettevano ad asciugare al sole per qualche giorno. Poi si passavano al setaccio; se ne otteneva un estratto che si essicava al sole. Ridotto in massa dura, si salava, oleava, e si riponeva in vasi di coccio.

La Salata
Ogni famiglia allevava nelle "prese" un maiale che nei mesi invernali veniva ammazzato, e si faceva la salata. Il lardo e lo strutto erano gli unici grassi da condimento. Prosciutti, spallette, lonze e salami si appendevano o sotto la cappa del camino per ottenere l'asciugatura e l'affumicatura, o sul soffitto della cucina. Per lungo tempo si conservavano sotto sale "li zampitti", "lu cudì", le "guanciole", le "coteche"

Lu Pesce Salatu e Sott'oiu
il pesce azzurro, che si pescava in abbondanza, si conservava sotto sale in barilotti di legno. I filetti di sgombro, privati della pelle e delle spine, erano conservati in vasi di coccio con sale e olio.

L'Orgiu
bevanda mattutina, ottenuta facendo bollire orzo tostato e macinato. Sostituiva il caffè

La Fava
alimento molto diffuso, si consumava lessata o abbrustolita sotto la cenere bollente

Le Chichinelle
pizzette sottilissime di massa lievitata fritte in olio abbondante


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Post: 670
Sesso: Femminile
26/05/2008 16:47
 
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Lungomare dei cantautori --> la frase per intero sarebbe?


[SM=g1569787]

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Post: 1.201
Età: 37
Sesso: Femminile
26/05/2008 17:03
 
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è in una canzone di de André..
Mi pare sia "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori"
Verissimo...
ma dì a qualcuno che è prezioso come un pezzo di sterco.. penso si offenda..
[SM=g1569801]




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